SETTEMBRE 2019 – Con sentenza del 26 settembre 2019 (C-63/18) la Corte di Giustizia Europea ha ritenuto contraria alla normativa comunitaria la norma italiana che nel codice degli appalti pubblici limita la possibilità per i costruttori di assegnare ad altre imprese parte dell’attività di cantiere entro limiti percentuali (30%), disposizione che, nel frattempo (Decreto Legge n. 32/2019) è stata portata al 40%.

La Corte afferma che è contrario alla direttiva europea qualsiasi limite che vieti in modo generale ed astratto il ricorso al subappalto che superi una percentuale fissa dell’appalto pubblico. La difesa del Governo Italiano, tesa a giustificare la scelta finalizzata ad evitare infiltrazioni mafiose, è stata giudicata non pertinente, in quanto esistono, per la Corte, altre strade per combattere la criminalità, atteso che “L’ordinamento italiano già prevede numerose attività interdittive espressamente finalizzate ad impedire l’accesso alle gare pubbliche alle imprese di sospettabile condizionamento mafioso”. La giustificazione avanzata dal Governo italiano secondo cui, molte volte, i controlli della P.A. sarebbero inefficaci non è stata ritenuta congruente.

La sentenza C-63-18