Il Ministero del Lavoro ha convocato una riunione per la valutazione del “Protocollo condiviso di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Sars-Cov-2/Covid19 – negli ambienti di lavoro” sottoscritto il 6 aprile 2021 alla luce del mutato quadro emergenziale.

Per Confimi Industria ha partecipato alla riunione Sara Veneziani (Coordinatrice Ambiente/Sicurezza Confimi Industria) che ha seguito sin dagli albori il percorso del Protocollo in oggetto. Qui di seguito viene riportato un sunto della riunione.

In apertura il Ministero del Lavoro – e successivamente confermato anche dal Ministero della Salute – ha sottolineato il grande lavoro svolto da tutti in relazione alla sottoscrizione dei Protocolli anti-contagio che hanno consentito una gestione prudente e misure cautelative nei posti di lavoro, permettendo così la ripresa graduale del lavoro e la continuità lavorativa nel tempo. Non si sono registrati numerosi casi di cluster/pandemie aziendali perché i Protocolli sottoscritti funzionano e vengono rispettati.

Forti di questo aspetto i Ministeri hanno presentato una proposta in merito alla continua adozione dei protocolli in vigore, argomentata successivamente con un giro di tavolo da tutte le associazioni di categoria, sindacali e datoriali presenti all’incontro.

Il Ministero del Lavoro prima di aprire il confronto ha correttamente premesso che: l’assetto normativo è cambiato; si è concluso lo stato di emergenza.

Il Ministero ha poi informato che in riferimento al dettame normativo di cui all’art. 29-bis del Decreto legge 08.04.2020, n. 23 (che viene riportato per maggior chiarezza di seguito) che è possibile proseguire con l’adozione dei protocolli anti-contagio in essere (in rif. anche all’art. 2087 del codice civile) – ritenendo quindi “svincolati” i Protocolli sottoscritti tra le parti dalle nuove diposizioni normative.

“Art. 29 bis – Obblighi dei datori di lavoro per la tutela contro il rischio di contagio da COVID-19”

Ai fini della tutela contro il rischio di contagio da COVID-19, i datori di lavoro pubblici e privati adempiono all’obbligo di cui all’articolo 2087 del codice civile mediante l’applicazione delle prescrizioni contenute nel protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del COVID-19 negli ambienti di lavoro, sottoscritto il 24 aprile 2020 tra il Governo e le parti sociali, e successive modificazioni e integrazioni, e negli altri protocolli e linee guida di cui all’articolo 1, comma 14, del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, nonché mediante l’adozione e il mantenimento delle misure ivi previste. Qualora non trovino applicazione le predette prescrizioni, rilevano le misure contenute nei protocolli o accordi di settore stipulati dalle organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale. …”.

 

Fatta questa premessa la proposta del Ministero sottoposta a tutti i partecipanti è stata la seguente – adozione di un cronoprogramma:

  • fino al 30/04/2022 mantenere in vigore i protocolli anti-contagio senza nessuna modifica;
  • fal 30/04/2022 in relazione all’andamento della pandemia e relative curve dei contagi – ragionare se necessario continuare ad adottare il protocollo anti-contagio ed allora incontrarsi con i firmatari per il relativo aggiornamento (vi è consapevolezza che ormai delle parti sono superate, e non solo normativamente parlando);
  • mantenere il protocollo aggiornato al 30/04/2022 fino al 30/06/2022 (come altro traguardo) – data che tra l’altro coincide anche con la fine di altre disposizioni normative correlate;
  • fopo il 30/06/2022 si valuterà nuovamente se sarà possibile finire di adottare il protocollo o continuare. Ma tutto sarà correlato ai numeri della pandemia.

Le Parti hanno sottolineato la necessità che, qualora si decida in relazione all’andamento della pandemia di continuare l’adozione del Protocollo, questo debba per forza essere aggiornato (appunto perché superato in alcune sue parti).

Infine è emersa da più parti la richiesta che, qualora l’adozione dei protocolli continui, sarà anche necessario prevedere nuovamente forme di tutela per i lavoratori fragili e misure (es. congedi parentali) per i lavoratori che devono restare a casa per positività dei figli.

Inoltre è stato fatto presente che in caso di aggiornamento vengano coinvolte di nuove le Regioni, onde evitare come già accaduto, che si muovano in modo autonomo con protocolli e restrizioni a livello regionale che non coincidono con quelle nazionali.

Tutto quanto sopra ovviamente è stato inteso partendo da una considerazione espressa anche dal Ministero della Salute che ricorda che, seppure lo stato di emergenza è terminato a fine marzo 2022, la pandemia sta continuando e i dati ad oggi richiedono ancora uno sforzo di tutti per continuare a lavorare senza ritrovarsi con ulteriori sorprese più avanti.